Educazione personalizzata
“L’educatore ascolta, essenziale, «la sua parola è medicamento», impara a fare crescere domande, sollecita consigli, studia come sviluppare dal fondo nuove persone, gruppi responsabili – attento a illimpidire esattamente impara a fare crescere le ali.”
– Danilo Dolci
Poema umano
Le attività di educazione personalizzata all’interno del progetto sono supervisionate da Laudes e realizzate da quattro equipe specializzate di docenti ed educatori all’interno delle quattro sedi Base Camp, coordinate a Palermo dal CESIE, a Catanzaro dal Centro Calabrese di Solidarietà, a Napoli da Dedalus e a Roma da Parsec.
Nel progetto Base Camp si studia insieme: da un lato si garantisce un sostegno personalizzato e continuo a studenti in difficoltà, dall’altro lato docenti e tutor si impegnano ogni giorno in un percorso di formazione e crescita.
In cosa consiste ciò che chiamiamo “educazione personalizzata”?
Il metodo è stato sviluppato nell’esperienza di Laudes ed è stato accolto coerentemente tra le pratiche educative dei partner leader territoriali. Esso si basa in gran parte sui rapporti di insegnamento-apprendimento uno a uno, che consentono di lavorare in modo intimo e approfondito sulla relazione educativa. Nella pratica educativa quotidiana, si tratta non solo di affiancare ogni studente (in presenza, a distanza e attraverso ogni medium necessario), ma anche di personalizzare approccio, metodi di studio e attività da svolgere a seconda della persona.
Le caratteristiche da prendere in considerazione per ogni studente sono molteplici: le qualità e gli interessi, le difficoltà e le antipatie, il vissuto e il rapporto con la scuola, la situazione socio-economica personale e famigliare, le modalità di apprendimento (il cosiddetto stile cognitivo), insomma l’intera personalità e il modo in cui interagisce con i contesti in cui è inserita. L’attenzione e la continua valutazione di questi elementi sono importanti per instaurare una relazione educativa attiva e proficua con qualsiasi studente, ma risultano determinanti nel caso di studenti con disturbi dell’apprendimento (DSA) o con bisogni educativi speciali (BES), condizioni che garantiscono allo studente, anche per legge, un’attività educativa personalizzata.
L’insegnamento-apprendimento uno a uno ha alcuni vantaggi evidenti, come l’abbondanza di tempo a disposizione da poter dedicare a ogni studente, che dà luogo a una situazione educativa di intimità e a una conoscenza reciproca significativa.
Solo con questa attenzione nei confronti di ciascuna persona è possibile instaurare una relazione educativa a tutti gli effetti, una relazione in cui chi insegna (apprendendo) e chi apprende (insegnando) non condividono solo la mera attività di studio, quasi fosse un oggetto neutro, ma continuamente collocano e contestualizzano lo studio all’interno di un’attività educativa più ampia, di un percorso di crescita condiviso.
E proprio l’aspetto della condivisione va ritenuto tra i più importanti. Una solida relazione educativa consente di poter discutere insieme i metodi e i ruoli, l’efficacia o inefficacia di alcune attività, cercando di individuare quelle più adatte, ma anche di discutere degli obiettivi della relazione stessa, cercando di rendere ogni studente parte attiva della propria educazione.
Intervento di Michelangelo Pecoraro al Convegno
Gioventù Sognata – Adolescenze contemporanee e disuguaglianze
del 29 novembre 2024 a Palermo
Il progetto Base Camp
e la personalizzazione educativa e didattica
“Personalizzare le attività educative e didattiche non vuol dire affatto, come alcuni sostengono, “andare troppo incontro agli studenti”, o “abbassare” la famigerata “asticella”. Vuol dire, invece, l’esatto opposto. Ed è proprio come sembra: è un lavoro tosto, faticoso. Lo è per chi studia, e lo è per chi insegna e per chi educa.
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E non si tratta nemmeno di una “pedagogia dei talenti” che si concentri esclusivamente sulle capacità e sulle conoscenze già presenti nella persona con cui si studia. Non si tratta, insomma, di rinchiudersi nel proprio orticello, come gli amici di Epicuro. È, invece, e deve essere, un modo per consentire alla persona di aprirsi al mondo con maggiore fiducia in sé e consapevolezza di sé.
Si tratta, in pratica, di provocare ciascuna persona in modo sempre più mirato, sempre più esatto. Provocare è un verbo che di questi tempi viene visto con sospetto. Però, se guardiamo alla sua etimologia, possiamo riflettere su quanto questa parola sia in sintonia con il nostro lavoro: vuol dire “chiamare”, “stimolare”, “eccitare”, “sfidare”. Quello che facciamo è cercare di comprendere, incontro dopo incontro, appuntamento dopo appuntamento, ora dopo ora, quali siano le “zone di sviluppo prossimali” per la persona che abbiamo di fronte; manipolarli, questi limiti mobili, giocarci, dialogare amichevolmente e meta-cognitivamente con il ragazzo o la ragazza che è seduta al nostro fianco e capire insieme cosa si può arrivare a capire, capire insieme su quali ambiti e competenze ci interessa lavorare e perché, quali difficoltà vogliamo provare a superare subito e su quali, magari, vogliamo prenderci un po’ più di tempo, per fare le cose con calma e seguire il naturale ritmo di apprendimento di ciascuno. In pratica, si tratta, per parafrasare il celebre verso di Danilo Dolci, di “sognarci insieme” e di provare a seguire e a perseguire i sogni che facciamo.”
Aggiornamenti
Il progetto Base Camp e la personalizzazione educativa e didattica
Intervento di Michelangelo Pecoraro al Convegno “Gioventù Sognata – Adolescenze contemporanee e disuguaglianze” del 29 novembre 2024 a Palermo Mi chiamo Michelangelo Pecoraro. Ho 38 anni e ho iniziato a insegnare più o meno regolarmente quando ne avevo 18. Mi sono...
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Su Laudes
Laudes nasce nel 2014, a Roma, con lo scopo di professionalizzare chi si occupa di insegnamento-apprendimento uno a uno (attività conosciuta normalmente, in relazione al mondo scolastico, con il nome di “ripetizioni”) e di creare una comunità in cui insegnanti, tutor, educatori e educatrici possano confrontarsi e co-formarsi. La necessità di questa professionalizzazione si fonda su una constatazione: le richieste di aiuto per superare le difficoltà scolastiche sono in costante aumento. A questa richiesta sempre più diffusa, spia di una scuola che fatica a rimanere al passo con i tempi e a personalizzare davvero gli apprendimenti, spesso non corrisponde una professionalizzazione delle persone che si occupano di sostegno allo studio.
Il Team

Michelangelo Pecoraro
Supervisore delle équipe territoriali Base Camp
Presidente dell’Associazione Laudes, insegnante e formatore, appassionato a metodi e tecniche di insegnamento-apprendimento uno a uno, alla pedagogia del gioco e alle materie di ambito umanistico.

Giulia Addazi
Responsabile monitoraggio pedagogico-didattico
Insegnante di scuola secondaria di secondo grado, si occupa di didattica e formazione presso l’Associazione Laudes, di cui è anche socia fondatrice. È stata autrice e curatrice di contenuti didattici e formativi per Radio Rai e Treccani.

Fabio Poroli
Social media manager
Responsabile della comunicazione e socio fondatore di Laudes e professore a contratto di Scrittura e media digitali presso l’UNINT di Roma. È stato autore e curatore di contenuti didattici e formativi per Radio Rai e Treccani.