“Voglio mettere un punto agli stereotipi di genere”, così inizia uno dei contributi finali che i ragazzi e le ragazze hanno scritto, scegliendo di raccontare la cosa che era rimasta loro più impressa di questo percorso laboratoriale, trascorso a discutere di stereotipi e parità di genere, sulla traccia delle vicende di “Extraterrestre alla pari”.
“Io ho letto molto e parlato molto: di storia, di tradizioni, di neuroscienze”, racconta Giulia Milanese che ha condotto il laboratorio, e continua: “loro hanno arricchito la discussione con i racconti di vicende personali, che abbiamo tentato insieme di analizzare alla luce dei nuovi strumenti che stavamo scoprendo”.
A conclusione, la parola finale va restituita agli alunni e le alunne della scuola I.C. Bonghi di Napoli:
“Non fare la femminuccia. Quando un maschio è triste e la gente gli dice di non fare la femminuccia io mi innervosisco perché è come un insulto alle donne, perché le fanno sembrare sempre deboli e tristi quando non è così”.
“Io penso che i maschi e le femmine siano diversi in tanti modi, ma penso che dovrebbe essere la società a dare le stesse potenzialità e a poterli far fare le stesse cose”.
“Una cosa che ho capito leggendo Extraterrestre alla pari è che il genere non fa la persona”.
“Cara Bianca (Pitzorno)… la ringrazio di aver scritto questo libro, mi ha schiarito le idee.”
E, in ultimo, un sassolino per segnare la strada maestra:
“ho capito che i laboratori di lettura servono molto per aprire la mente”.
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