Nei Base Camp di Roma, Catanzaro, Napoli e Palermo, ragazzi e ragazze hanno collaborato per raccontare in rima le loro città. Il laboratorio sperimentale sul rap, intitolato “Rimando la città”, si è tenuto contemporaneamente nei quattro presidi il 19 maggio 2023 e ha visto coinvolti quattro rapper di “Keep it Real”: rete nazionale di educatori e rapper che lavorano in diversi contesti sociali ed educativi.
I riscontri raccolti da chi ha partecipato al termine delle attività sono stati incoraggianti. «Il laboratorio ci ha stupiti e ci siamo molto emozionati», hanno detto ragazze e ragazzi dei Base Camp. E ancora: «ho imparato a esprimermi attraverso la musica e che attraverso le emozioni si può dare tanto». «Mi è piaciuto molto scrivere un testo insieme agli altri, è stata un’esperienza indimenticabile».
“Rimando la città” al Base Camp di Palermo
Al Base Camp di Palermo ha tenuto il laboratorio “Rimando la città” il rapper Christian Paterniti, in arte “Picciotto”. In linea con quanto realizzato dagli altri rapper della rete negli altri presidi Base Camp, Christian è riuscito in sole tre ore a entrare in connessione con i ragazzi e le ragazzi, tirando fuori le loro emozioni e trasformandole in parole. In poco tempo ha dunque creato un testo che ha poi restituito alla classe in forma di versi rap. All’inizio del laboratorio, Christian ha riprodotto alcuni dei suoi brani, chiedendo ai partecipanti di porsi in ascolto e di scrivere con grande libertà tutte le parole per loro più significative. In particolar modo, una canzone incentrata sul rapporto genitori-figli ha colpito l’attenzione della classe, facendo emergere con forza l’esigenza di raccontarsi, confrontarsi e di condividere dei vissuti anche dolorosi. Questa è diventata inevitabilmente la chiave di narrazione del gruppo, che a partire dal tema del rapporto intergenerazionale ha poi scritto, su richiesta del rapper, una breve lettera alla città di Palermo dal punto di vista di un figlio, o agli abitanti di Palermo dal punto di vista del genitore. Christian ha in breve tempo unito i testi degli studenti componendo una canzone densa di significato, che ha poi cantato davanti alla classe, creando un momento di grande commozione.
Canzone composta al Base Camp di Palermo
Qui batte il sole su una pelle delicata, senza difese
Brucia il sale sopra le ferite, le offese
La malavita, le malelingue
Fanno parte del carattere che ti contraddistingue
Il calore può scottare oppure essere piacevole
Un misto di emozioni che quaggiù non hanno regole
Dal Massimo alle strade più sporche sei la mia terra
il massimo del buio per notare la tua stella
Appari aggressiva e faccio i conti con il tuo riflesso
Tutto questo odio forse è amore inespresso?
Non è facile capire ciò che voglio dirti
Sei il confine che separa genitori e figli
Sei il veleno che intossica speranze
Però sei anche la cura che colma le mie mancanze
La culla di cultura, il passo su ogni strada
La tomba in cui rinasce una bellezza sfregiata
Sei fatta come sei
Anima e contraddizioni
Ti nutri della forza dei tuoi figli migliori
E per stare insieme coltiviamo il seme della volontà
Palermo è per sempre, un po’ mamma, un po’ papà